Quanti non credono in Dio?
Una indagine Doxa del 2021 rivela che il 16% degli italiani non è credente. Ovvero, o crede che Dio non esista, oppure, non ne è sicuro. I primi sono atei. Il loro inno, se mai ne avessero uno, probabilmente citerebbe la canzone dei Beatles, Imagine, quella che fa: “immagina che non ci sia paradiso, è facile se ci riesci, nessun inferno sotto di noi e sopra di noi soltanto il cielo”.
Per gli atei la terra è fatta di terra, il cielo di gas e noi siamo stati gettati in questo mondo dal caso, senza nessuno motivo. Quindi la nostra esistenza di singoli e di genere umano, non ha nessuno scopo e nessun significato. E’ solo frutto di una concatenazione di eventi accidentali.
I secondi preferiscono definirsi agnostici, che vuol dire che vedono solo terra sotto i loro piedi e solo cielo sopra le loro teste, ma non perché dubitino di Dio. Loro dicono semplicemente che, se anche Dio esistesse, loro non potrebbero scoprirlo. Solo quello che possono percepire coi loro sensi e pensare con la loro mente può essere oggetto della loro conoscenza. Questi mattacchioni chiamano Dio “l’inconoscibile”. Così ritengono si togliersi d’impaccio la questione, elegantemente e senza impegno.
In che cosa crede, chi non crede?
In che cosa crede, chi non crede? I così detti non credenti, sono creature così razionali, da negare tutto ciò che non riescono a concepire nella loro mente?
Secondo un rapporto Censis del 2021, sembra che il 6% degli italiani sia convinto che la terra sia piatta. Lo so che può sembrare impossibile, eppure è proprio così. Più di tre milioni e mezzo di nostri connazionali negano che la terra sia tonda e si comportano come se Galileo, Copernico e Keplero non fossero mai esistiti. Come se le missioni sulla luna fossero fake news e i vari shuttle e satelliti e stazioni orbitanti siano stati inventati dalla propaganda, per convincerci di cose che non esistono.
Ma questo è niente. Un’altra indagine rivela che il 57% degli italiani crede in qualche forma di scaramanzia: gatti neri o specchi rotti o cornetti e ferri di cavallo e cose di questo tipo.
Nove italiani su dieci leggono l’oroscopo, che si basa sull’idea che pianeti e stelle lontane, su cui l’uomo non ha mai messo piede (e forse mai lo metterà), possano influenzare le loro vite. E che possano decretare se sarà una settimana fruttuosa per il lavoro e come andrà la salute. Oppure che gli facciano capire presto e senza ombra di dubbio se la persona appena incontrata sia quella giusta, in base alla compatibilità astrale.
Chi non crede in Dio, perché crede che non esista o che non sia spiegabile, secondo la logica umana, spesso crede qualche cosa di almeno altrettanto inspiegabile. Talvolta addirittura insensata. Oppure non crede in qualche altra cosa assolutamente sensata e dimostrata da secoli. Come la forma della terra.
Per quanto molti di questi non credenti si abbandonino a credenze bizzarre e superstizioni, rimangono invece scettici verso la fede verso una religione rivelata.
In cosa crede, chi crede al Vangelo?
Non so cosa possa rendere l’uomo così incredulo, pur di fronte a tanti segni e a tante prove dell’amore divino. Segni e prove che abbiamo davanti agli occhi ogni giorno, per il solo fatto di esistere, per il solo fatto di essere circondati dalla bellezza e la complessità del creato e dal mistero del cuore degli uomini. Non so come si possa pensare che sia tutto solo meccanica, chimica, statistica o casualità.
D’altra canto, non è facile credere nel Vangelo! È sin troppo rivoluzionario. Sin troppo lontano dalla nostra logica umana. Credere nel Vangelo significa accettare l’idea che vinciamo quando perdiamo noi stessi.
Seguire il Vangelo ci porta a credere che sono beati i poveri.
No, dico… i poveri. Siamo una società consumista, in cui sei quello che possiedi. Ma se dessimo retta al Vangelo, tutta la ricchezza della terra non dovrebbe darci un briciolo di entusiasmo. È difficile crederlo e dare retta all’idea che la povertà abbia un qualche fascino. Siamo abituati a cercare in ogni modo di accumulare beni di valore. Come possiamo accettare che sia più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli? Possibile che grandi ricchezze non bastino a comprare un biglietto di sola andata per il paradiso? Magari in prima classe?
E un’altra cosa assurda in cui dovremmo credere è che i perseguitati siano beati. Come si fa ad accettare questa idea? Noi che siamo – che ci proclamiamo- la società dell’inclusione, noi che la persecuzione la consideriamo una mostruosità, come possiamo accettare che la persecuzione sia un mezzo per farsi santi?
Il Vangelo ci chiede di credere a una serie di cose difficili. A esempio, che il potere sia un pericolo, il benessere schiavitù, la vita comoda una tentazione. No, non è facile dare retta a tutto questo.
Chi crede è fortunato!
Nonostante siano passati duemila anni di evangelizzazione, di predicazione, di esempi virtuosi, il più delle volte non siamo pronti a credere a tutto questo. E’ più facile pensare che un quadrifoglio ci porti fortuna o l’oroscopo sia un manuale di istruzioni esistenziali.
Ci aspettiamo che la buona sorte, la fortuna, il destino (qualunque parola, tranne Dio!) debba manifestarsi concedendoci ciò che ci rende popolari agli occhi degli altri. Siamo ancora convinti che un essere umano, per realizzarsi ed essere felice, debba dominare, possedere molto e annientare i propri nemici. Nemici? Ma Gesù ha detto con parole chiare che non abbiamo più nemici, ché sono proprio loro che dobbiamo amare in maniera particolare.
Il nostro cuore pagano fa ancora tanta fatica a comprendere le Beatitudini, mentre invece ritiene di sapere tutto su come funziona l’ascendente. Chi riesce a credere è estremamente fortunato. E non è una questione di scaramanzia!
i motivi per cui Gesù ha sostituito l’umiltà all’orgoglio, il perdono al rancore, il servizio al potere, risultano oscuri ai più. Difficile capire la logica evangelica. E’ così diversa da quella laica, umana, quella di chi crede solo in qualche cosa che tocca. Oppure dice di non credere in nulla, e poi di dà ascolto a cose insensate, pure invenzioni umane. E non crede in Dio, che invece rappresenta il Senso.
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