I quaranta sono i nuovi venti? Finalmente sono riuscita a vedere anche io il film. I quaranta sono i nuovi venti, con una bellissima e biondissima Reese Whiterspoon.
Per farlo, ci è voluto un marito a un congresso, una figlia in sessione d’esame, un’altra ospite a casa di un’amica e l’ultima alle prese con il dente del giudizio. Questo per dire che, nella linea di successione ereditaria al televisore, io sono quinta su cinque. Nemmeno un ramo cadetto. No, proprio l’ultima ruota del carro.
Perché io abbia libero accesso al telecomando, è necessario un allineamento simultaneo di eventi che manco se la fata turchina, la fata madrina e il genio di Aladino unissero le forze. E’ per questo motivo che sono un bel po’ indietro, in fatto di cultura contemporanea! Mica perché sono una beghina medievale, come qualcuno insinua. Per lo meno, non solo per quello.
Ci tengo a specificare, che pure non avendolo ancora mai visto fino a ieri sera (il film è del 2017), godevo di ottima salute. Non ero nemmeno tanto in pensiero, la notte riuscivo a dormire benissimo lo stesso. Credo che non foste in pensiero nemmeno voi, però ora lo sapete: mi sono messa in pari. Adesso posso sproloquiarne con cognizione di causa.
Al centro della storia, c’è una donna adulta che si infatua di un uomo molto più giovane. Circostanza resa possibile anche dal fatto, credo, che lei oltre ad essere bellissima e statuaria, abbia anche una forte personalità e molto talento.
Il tema ormai è ricorrente. Cito a caso, attingendo alla mia modestissima conoscenza cinematografica, oltre al precedente (I quaranta sono i nuovi venti), c’è anche un 20 anni di meno, film francese del 2013. Protagonista, un’altra splendida bionda (Virgine Efira) e un piuttosto insulso protagonista maschile (Pierre Niney). No, dico, per rendere credibile che una donna adulta così charmante perda la testa per un ragazzino, bisognava sceglierlo per lo meno spettacolare. Non uno spilungone con l’aria da liceale poco sveglio, (senza offesa per i liceali). E invece. Il protagonista, Bathazar, è un simpatico imbranato che, più che pensieri erotici, suscita un po’ di empatia. (volevo dire compassione, ma mi sembrava brutto. Comunque, ora l’ho detto)
Su questo schema amoroso, anche noi in Italia non ci siamo risparmiati.
Esiste anche una versione in salsa italica del I quaranta sono i nuovi venti, s’intitola: Qualcosa di nuovo (film con la Cortellesi e la Ramazzotti). In questo film, addirittura entrambe le quarantenni si contendono il giovanotto, che, appena maggiorenne, va ancora a scuola.
Il tema deve essere così trendy che lo hanno infilato pure in due serie. E non due serie destinate a un pubblico disinvolto e adulto. No, due storie leggere, quasi formato famiglia. Una delle due è la prima mini serie italiana su Netflix (Odio il Natale). La seconda, sempre di Netflix, tratta da un romanzo, s’intitola: Guida astrologica per cuori infranti. Entrambe mostrano donne che flirtano con ragazzi appena ventenni.
A giudicare dai film, il meglio che la vita possa riservare a noi donne è una storia con giovanissimi. Ragazzi di cui, nella migliore delle ipotesi, possiamo essere zie (se non mamme). So che la donna matura ma ancora piacente è sempre stata il sogno proibito di molti giovani, da ben prima della televisione (ricordate il romanzo Un bellissimo novembre, di Ercole Patti?). Per un giovane lo posso capire: il giusto della scoperta, della iniziazione con una partner più disinibita e adulta. Relazioni eccitanti, senza rischi di implicazioni sentimentali.
Però, per me è difficilissimo declinare questi aspetti secondo un’ottica femminile. Considerato che una storia così non ha futuro, che cosa ci guadagna una donna adulta ad imbarcarcisi?
Il mio sospetto è che stiamo tentando di esorcizzare l’età, per convincerci che non sia poi così importante. Che quasi non esista, che un giovane poco più che ventenne possa trovare una quaranta cinquantenne attraente come se fosse una sua coetanea. Senza avvertire alcuna differenza.
Con questo tipo di premessa, viene meno l’ultimo grande tabu della nostra società: crescere, invecchiare, Non siamo più inquadrati in una età anagrafica che segna un’epoca della vita. Ogni epoca ha i suoi frutti e le sue sfide, quelle di un ventenne non sono ancora quelle di un quarantenne. Quelle di un quarantenne non sono più quelle di un ventenne.
Invece, se si mescolano le carte, possiamo illuderci che i quaranta siano i nuovi venti, come recita il titolo del film. Che questi venti anni in più non siano mai esistiti. Apparentemente non hanno lasciato nessuna traccia. Ma allora cosa sono passati a fare? Per che cosa abbiamo vissuto? Se i quaranta sono i nuovi venti, allora i venti cosa sono?
Mi dispiace, ma l’idea mi mette enorme tristezza. La relazione con un uomo dovrebbe essere la costruzione di un percorso durevole. Non certo una ricerca di conferme, per un ego fragile, destabilizzato dall’idea del tempo che passa.
Questo tipo di rapporti, che la filmografia dipinge come gioiosi ed emozionanti, è in realtà un usarsi reciprocamente. Ciascuno dei due cerca lusinghe alla propria vanità: il giovane, perché ha catturato l’attenzione e i favori di una donna più grande, elegante, certamente più complessa di una ragazza giovane, e la donna matura, perché ha barattato un po’ di sesso con una illusione di eterna giovinezza.
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