Mi ami o no?

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“Mi ami o no?” ripeteva martellante, il ritornello della canzone dei Matia Bazar. Correva l’anno 1985, nello scorso millennio. L’abbiamo cantata tutti. Sono passati poco meno di quarant’anni, e la domanda non è passata di moda.

Qualche giorno fa ho ricevuto la mia prima mail, da una lettrice del blog. Si è procurata l’indirizzo attraverso facebook. Devo dire che il gesto – cercare un modo di raggiungermi direttamente, per scrivermi dei fatti suoi – mi pare di un’intraprendenza commovente.

E poi, gente, io ci sono cresciuta, con la posta del cuore. Una delle mie letture preferite, dalle medie in avanti. Un’abitudine che continuo a coltivare, visto che questo tipo di rubrica rimane fra le più popolari. Nemmeno i giornali più fricchettoni possono permettersi di snobbarla.

Per questo, ho ricevuto la mail con grande emozione. Mi sono sentita una specie di incrocio fra la Aspesi e Donna Letizia. Un po’ meno arguta della Aspesi, un bel po’ meno chic di Donna Letizia. Non esattamente una di loro, più una Donna Anna de noatri, ma pur sempre confidente e consigliera sentimentale. Per di più, promossa a quel rango direttamente sul campo.

Io la vocazione della mediatrice sentimentale ce l’ho sempre avuta, scritta nel DNA, probabilmente in maiuscolo e grassetto. Ciononostante fino ad oggi non c’è mai stata la fila dei richiedenti aiuto e suggerimenti. E dire che i miei consigli li do gratis o al massimo al costo del vostro operatore telefonico.

Ma quello era il passato! Adesso mi si prospetta davanti un futuro sfavillante di consulente della posta del cuore. La lettrice, che non chiamerò per nome, per proteggere la sua privacy (principalmente perché mi sono dimenticata di chiederle se potevo usarlo sul blog), mi scrive del suo matrimonio.

Matrimonio normale, a quanto pare. Niente di grave da segnalare. Ma questo benedetto uomo, non parla mai d’amore. Non le dice mai un “Ti amo”. Neanche di striscio. E lei ci sta male.

Mi chiede perché. Cosa fare. Parto dalla sua situazione particolare, per affrontare un tema che mi è caro.

Le nostre aspettative.

Io credo che questa storia del “ti amo” sia un po’ sopravvalutata. O meglio, per noi donne ha un valore grandissimo. Molto diverso che per gli uomini.

Noi ce lo aspettiamo. Nella nostra idea di rapporto amoroso, lui pronuncia la frase magica per la prima volta. E così da il via a batticuore, farfalle nello stomaco, tremori e sospiri. Va da sé che, di lì in poi, lui dovrà ripetere quella dichiarazione d’amore in ogni occasione. Più volte al giorno. Sette giorni su sette, festivi inclusi. Meglio ancora se la frase “ti amo” è pronunciata al chiaro di luna. Con musica romantica in sottofondo. E il nostro uomo l’accompagna con un bel mazzo di fiori. Per noi è così che deve andare.

Se tutto questo non arriva, inevitabilmente andiamo in crisi. Gli chiediamo se ci ama o no. E siccome lui cade in un mutismo assoluto, cerchiamo risposte altrove. “Mi ama o no?” domandiamo. A tutti. All’amica donna di mondo. Alle colleghe in pausa pranzo. Alla cugina già sposata da anni. Scriviamo persino alla posta del cuore.

Nella realtà, raramente le cose vanno come ci aspettiamo. E non vuol dire che i nostri mariti non ci amino. E’ che loro lo dimostrano in un altro modo. Non tanto con le parole, ma coi gesti. Di solito, mentre io declamo ad alta voce le Lamentiadi, il poema epico delle mie gesta quotidiane, mio marito agisce. Nel più totale silenzio, lui fa.

Mi riempie il serbatoio di benzina al distributore automatico. Spesso mi lava l’auto. Fa la dichiarazione dei redditi. Spunta minuziosamente gli estratti conto della banca. Si occupa di tutte queste cose per me noiose o complicatissime. Mette in gioco un’affidabilità di cui non sarei capace. Manda avanti tutto quello che io lascerei indietro.

Questo è il modo più tipico di dimostrare il loro amore. Inutile cercare di estorcergli dichiarazioni sui loro sentimenti. A meno che abbiamo sposato un candidato al premio Nobel per la letteratura. Un mago della parola. Un artista della metafora. In tutti gli altri casi, che sono il 99,8%, i maschi con le parole non ci sanno fare.

Bisogna imparare a cogliere i loro gesti d’amore. Riconoscerli anche quando tutto sembrano meno che dichiarazioni romantiche. Ovvero, più o meno sempre. Di solito si presentano in altre forme: aiuto domestico, protezione, supporto logistico. Perché se un uomo ti ama, non necessariamente te lo viene a dire. Più spesso lo mostra, cercando di darti il meglio. Vuole semplificarti la vita. Toglierti dai guai.

Osservarli in azione, funziona molto di più che chiedergli “mi ami o no”, fino allo sfinimento.

Perché, ormai dovremmo saperlo, in amore non sempre le cose vanno come ci aspettiamo. E allora è meglio mettere da parte le aspettative, invece che l’uomo della nostra vita.

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