Chi si spada ferisce, di spada perisce. Dice l’antico proverbio. Eppure, non sempre è così.
Come ci si comporta, quando si subisce un’aggressione verbale? Avete mai provato l’istinto di reagire, magari di farla pagare all’aggressore? Ci siamo passati tutti. Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sognato di mettere con le spalle al muro chi si è comportato da villano. Qualcuno anche più di una volta nella vita.
Eppure, non sempre è la scelta migliore. ll litigio è una condizione molto stressante. Chi si prepara ad affrontare uno scontro, sperimenta un insieme di sensazioni spiacevoli: rabbia, nervosismo, tensione, frustrazione. Anche ammesso di vincere, c’è un prezzo emotivo da pagare. In questi casi, nessuno vince davvero. Nemmeno chi in apparenza ha la meglio. Altro che chi di spada ferisce!
Qual è la soluzione? Ho letto con piacere questo libro: “Il piccolo manuale di autodifesa verbale”. L’autrice si chiama Barbara Berckhan. (Sì, lo so, il cognome ricorda quello del famoso e bellissimo calciatore, ma la signora non ha nulla a che fare con lui). La Berckhan si occupa da tempo di gestione del conflitto nelle relazioni.
L’idea chiave del libro è allo stesso tempo semplice e difficilissima da mettere in pratica. La vera autodifesa non è il contrattacco. L’approccio originale e vincente è evitare il litigio. Per farlo, si mettono in pratica strategie di comunicazione risolutive.
In primo luogo, dobbiamo sbarazzarci da un pregiudizio molto diffuso. Ovvero, l’opinione comune che chi rinuncia a reagire agli attacchi, sia un debole. E’ vero il contrario. Ricomporre le tensioni, senza ricorrere all’aggressione, è una prova di saggezza e di grande forza interiore! Inoltre, è essenziale alla nostra salute fisica e psicologica.
Infatti, per litigare bisogna essere in due! Invece di cadere nel circolo vizioso di attacco e contrattacco, ci si può fermare e cambiare direzione.
Il libro mostra passo passo alcune tecniche, per disinnescare dinamiche altrimenti pericolose.
Si impara così come indagare le motivazioni profonde dietro un comportamento aggressivo. Con risultati a volte sorprendenti.
Soprattutto, apprendiamo come fare un lavoro su noi stessi, per evitare di offenderci. A volte l’offesa nasce da un equivoco. La consapevolezza permette di capire che a volte l’offesa non è intenzionale. Nasce invece dalla nostra interpretazione.
Questo libro è fra i più interessanti che abbia letto da parecchio tempo a questa parte. Lo trovo utilissimo in tutte le relazioni. Ovviamente anche nel matrimonio. Buon venerdì e buona lettura!
seguimi sul blog: www.AnnaPorchetti.it.
il mio libro si trova qui: https://amzn.to/3VqM5nu