Rifarei tutto!

Vai al blog

I miei articoli:

Rifarei tutto. Ieri, il blog compiva 2 mesi.

È stato faticoso. Ore e ore sottratte al sonno. Soprattutto, spremitura di meningi, che i miei soci, i due neuroni che sopraintendono alla mia vita intellettuale (per così dire) non hanno gradito. Li sentivo borbottare alle mie spalle: so che mi chiamano “la matta” e probabilmente hanno ragione. Di certo mi conoscono molto meglio di chiunque altro, anche se non si direbbe che gli sia molto simpatica.

Sanno che li trascinerò in imprese folli.  E’ proprio vero! Ho già un lavoro impegnativo a tempo pieno e tre ragazze adolescenti perennemente affamate. Mio marito non ha attitudini domestiche sviluppate e non ha idea di come funzioni una lavatrice o di dove teniamo i bicchieri. E poi c’è la casa che, malgrado i miei sforzi, sembra sempre la stazione centrale in una giornata di agosto, con lo sciopero dei treni. Che mi è venuto in mente di aprire un blog? Però, rifarei tutto.

Sapete, vista dall’esterno, non è pare un’impresa così impegnativa. Per lo meno, io non me lo aspettavo. Quando ho cominciato, mi sono detta: voglio scrivere un articolo al giorno. Che sarà mai? Non avevo fatto i conti con una serie di difficoltà, che poi si sono palesate puntualmente.

In primis: il blocco della non-scrittrice. Perché quando ti trovi davanti la pagina bianca, a volte non sai da che parte cominciare. Ma come! Non mi erano mai mancati gli argomenti! Sono una che, senza grande sforzo, riesce ad attaccare bottone con tutti, ovunque, comunque. Eppure, ho imparato che una cosa è chiacchierare, altro è scrivere. La forma scritta ti costringe all’ordine e alla coerenza, due qualità che non sono proprio fra quelle che possiedo in alto grado.

E poi, il tempo. Il mio grande amico-nemico. Da sempre. (ne parlo qui: https://annaporchetti.it/2022/11/05/unora-vita/). Quello non mi è mai bastato. Come potrebbe, considerando le giornate di lavoro impegnative, le figlie da andare a recuperare inaspettatamente dall’altra parte della città, le cene -arrangiate sì, ma comunque necessarie?

Forse ce la potrei fare se invece di concentrare le 24 ore in un singolo anno bisestile ogni quattro, mi permettessero di usare quelle ore extra, come bonus, al bisogno. Io avrei bisogno del quarto d’òra accademico a fine giornata, almeno quindici minuti in più, fra un giorno e l’altro, per sistemare le urgenze che mi sono rimaste indietro. Un quarto d’ora in più per scrivere per il blog, per esempio. Invece niente.

E infine, la stanchezza. Parecchie volte mi sono addormentata fra i cuscini del ripostiglio, che forniscono un minimo di comfort alla mia postazione improvvisata. L’unica ragione per cui non mi hanno ritrovata ancora lì la mattina dopo, è che sono scomodissimi e che, di sera, quella parte della casa diventa gelida.

Eppure, l’esperienza del blog mi sta dando moltissimo. Malgrado le difficoltà, rifarei tutto. Il blog mi ha dato la possibilità di esprimere la mia voce, cosa che, mi rendo conto, non è così essenziale per i destini del mondo, ma mi fa stare meglio. Poi ho ottenuto un sacco di manifestazioni di affetto e di vicinanza. Tante donne, ma anche qualche uomo, mi hanno scritto di essersi ritrovate nei miei articoli. Qualcuno mi scrive di leggermi con piacere, magari mentre beve il primo caffè del mattino e ancora non si è lanciato nell’arena del quotidiano.

Il blog mi ha procurato la prima lettera di richiesta di consigli sentimentali (ve ne parlerò prossimamente), un invito a parlare a un gruppo di adolescenti (anche di questo vi parlerò).

Certo, rimane la location, il ripostiglio delle scope, che sembra fatta apposta perché non mi monti la testa, semmai ce ne fosse il rischio (non credo, ieri non mi ricordavo il nome di coso, quello che ha vinto la battaglia di… quella lì, che mia figlia doveva ripetere per la verifica). Chissà, forse un giorno, quando sarò anziana, scrivendo le mie memorie, racconterò la storia del ripostiglio. Allora, probabilmente, potrà addirittura sembrare una cosa romantica. Ammesso che da vecchia io abbia ancora la capacità, la voglia e l’energia per scrivere (magari dovrò correre dietro a una nidiata di nipoti).

Per adesso, il blog rimane un momento di riflessione ritagliato alla vita frenetica, che altrimenti mi travolgerebbe. Che troppo spesso mi ha travolta, togliendomi la possibilità di guardare fuori e dentro me stessa. Continuerò e, nel mentre confermo: rifarei tutto!

seguimi sul blog: www.AnnaPorchetti.it.

il mio libro si trova qui: https://amzn.to/3VqM5nu