Maria, la mamma di Gesù, è avanti, su tanti aspetti. Malgrado sia nata e vissuta duemila e più anni prima di noi. In primis, per la questione dell’immacolata concezione. Noi nasciamo col peccato originale. Abbiamo bisogno del battesimo per cancellarlo. Lei no. Lei è stata concepita senza peccato. Prima ancora di venire alla luce, era già più avanti di noi. Maria è immacolata, perché destinata a essere la madre del figlio di Dio. Suo figlio la salva dal peccato.
Questo è un aspetto che abbiamo in comune con lei: anche noi madri siamo state salvate dai nostri figli. In un certo senso, i nostri figli ci salvano ogni giorno da noi stesse. Ci preservano dal rischio dell’egoismo, dell’immaturita’. I nostri figli fanno si che il nostro naturale desiderio di donare e di donarci, non finisca soffocato dalle voci del mondo.
Per questo, oggi che la Chiesa celebra Maria, è un po’ anche la nostra festa.
Maria è avanti, perche’, rispetto alla nostra precarieta’ affettiva ed emotiva, lei resta un modello di autoconsapevolezza, di chiara identita’ di genere, di vera autodeterminazione.
Oggi si parla molto di identità, di genere, di autodeterminazione. Più ne parliamo e più siamo confusi. Versiamo fiumi di inchiostro e ne discutiamo a vanvera per ore, giorni, mesi, senza arrivare mai a una conculsione soddisfacente, definitiva, che risponda all’unica domanda che conta. Ovvero decidere chi siamo, quale sia la nostra strada. Abbiamo smarrito la nostra identità. Non sappiamo autodeterminarci, perche’ spesso non abbiamo idea di quale sia il nostro posto nel mondo, cio’ per cui vale la pena vivere e lottare.
A differenza di noi, Maria non ha speso il suo tempo in chiacchiere inconcludenti. Ha preso la sua decisione, in totale liberta’ e ha usato le poche parole necessarie a esprimerla. Tutto il resto, lo ha meditato nel silenzio del suo cuore, confidando in Dio.
Duemila anni fa, una ragazzina di quindici o sedici anni, che viveva con i suoi genitori, riceve la visita di un angelo. Lei è molto speciale, ma non lo sa. Crede di essere una ragazza come tante. Una ragazza che attende un marito, una vita normale. Qualcosa che non si è ancora concretizzato. Come ammetterà con l’angelo, non conosce uomo. C’è un destino straordinario che l’attende. L’angelo le annuncia un futuro difficile da credere. Potrebbe dare alla luce un figlio, per il quale si preparano grandi cose. La decisione finale spetta a lei. Solo a lei.
Potrebbe dire di no. Potrebbe temporeggiare.
Invece, Maria non esita. Non si perde in elucubrazioni inutili. Non va dallo psicologo ne’ dalla cartomante a chiedere consiglio. Si autodetermina e fa la sua scelta.
Se provo a immaginarmi la situazione oggi, mi vengono in mente tutta una serie di altre opzioni, compatibili con la crisi esistenziale che viviamo. Mi immagino donne molto diverse da Maria, che avrebbero dato risposte molto meno solide e coerenti.
Nell’ordine:
“Angelo, mah, ma io anche boh! come faccio a prendere questa decisione su due piedi? Devo parlarne con mamma, telefonare alle amiche, leggere cosa dice il mio oroscopo del giorno o della settimana. Provero’ a chiederlo ai miei contatti social: “voi cosa fareste?”. Perche’ io mica lo so cosa voglio fare. Chi voglio essere. L’autodeterminazione è una gran bella cosa, ma solo in teoria. Poi, quando devi decidere cosa fare della tua vita, allora è un bel problema. Facciamo che ci penso un po’, chiedo qualche parere, poi, quando ho deciso, ti faccio sapere.”
oppure:
“Angelo, ma che ti sei bevuto? Hai capito che sono single? S-I-N-G-L-E! Non ho un fidanzato, un marito, un compagno. Non ho trovato ancora l’uomo giusto, solo una quantità di casi umani, a momenti mi fanno passare la voglia di sposarmi. Come posso essere incinta? E non se ne parla nemmeno di avere un figlio cosi’, io prima voglio trovare l’uomo giusto, il principe azzurro, quello che mi fa venire le farfalle nello stomaco. Dopo, al limite, possiamo fare anche un figlio insieme”
oppure:
“Angelo, vabbe’ non mi pare possibile, comunque non è un gravidanza programmata. Io non me la sento, sono troppo giovane. E poi, ho altri progetti, al momento. Non ho ancora fatto il giro del mondo e non ho un contratto a tempo indeterminato. Ho appena rinnovato l’abbonamento annuale in palestra, ho prenotato la crociera ai caraibi, adesso proprio non se ne parla di fare un figlio. Mi sa che mi rovino la vita. Facciamo che ripassi un po’ più in là? Non prima di due o tre anni, pero’! Adesso non fare come gli agenti immobiliari, che ti richiamano ogni tre mesi, per cercare di venderti una casa di cui non hai bisogno e che non puoi permetterti. Anzi, facciamo così, lasciami il numero e mi faccio viva io, quando le cose si mettono un po’ meglio, perche’ ora non riesco proprio a pianificarlo, il figlio.”
o ancora:
“Ma sai, Angelo, io non mi sento tanto il tipo della madre. I figli delle amiche non li posso soffrire. Per il mio futuro ho altri obiettivi, che cambiare pannolini e allattare. Ho un master e sono una ragazza talentuosa, preferisco dare la vita a idee innovative e start up, invece che a un neonato urlante. Che poi, un figlio lo posso fare anche piu’ avanti, no? Se cambio idea. Oggigiorno le donne fanno figli tranquillamente dopo i quarant’anni, non c’e’ motivo di affrettare i tempi o di prendere subito decisioni definitive”
o Infine:
“No, ma devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male. Forse tutti quei falafel di ieri sono stati un po’ troppi, forse c’era dentro qualche spezia strana. Prometto che da domani mi metto a dieta. Altrimenti mi metto a sognare angeli che mi annunciano gravidanze impossibili! A me, che non sono nemmeno sicura di volermi fare una famiglia e forse gli uomini nemmeno mi piacciono fino in fondo. Comunque, per ora voglio fare le mie esperienze”
Credo che oggi, l’angelo avrebbe raccolto questo campionario di risposte e forse anche qualcosa di peggio. Forse, davanti a questi ragionamenti, avrebbe anche pensato: “ma questa, chi me l’ha mandata?”
Invece Maria abbraccia perfettamente la sua femminilità, senza incertezze o retropensieri. Lei va incontro al suo futuro senza porre condizioni a Dio. Dio sa meglio di lei quale sia il suo bene e lei riflette, sceglie liberamente ma confida in lui. La sua è una storia di fede e di coraggio. Con fede in Dio e coraggio accetta la sua missione. Oggi, che passiamo anni, se non una vita intera, a cercare il nostro scopo, lei, la piccola Maria, la è davvero parecchio avanti.
Lei non cerca di procrastinare per paura. Non viene travolta da quell’horror vacui di tante donne moderne: la paura di non realizzarsi, di sprecare se stesse, di annoiarsi. A differenza di tante, lei la sua vita la vivrà tutta, fino in fondo, in tutte le sue complessità. Una vita di grandi gioie e dolori strazianti. Oggi è la festa dell’Immacolata. La donna più avanti che conosco.
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