Buona giornata mondiale del vattelappesca!
Avete mai sentito parlare della giornata mondiale del gabinetto?
No? Eppure, esiste.
Ormai quasi tutti i giorni è la giornata mondiale di qualcosa e in alcuni anche di due o tre cose. Soprattutto, quasi ogni cosa ha una giornata mondiale dedicata: la giornata mondiale del vattelappesca.
Il 2 luglio è la giornata mondiale degli ufo (della cui esistenza non ci sono prove. Chissà perché tanti laicisti questa obiezione la sollevano solo riferendosi a Dio)
Questa, invece, mi piace assai: Il 17 marzo è la giornata mondiale del sonno. Credo sia d’obbligo onorarla, facendosi una bella dormita.
Anche il 25 ottobre non è male: giornata mondiale della pasta. (Tutta la pasta: lunga, corta, minuta e grossa, ché con l’inclusività non si scherza).
Il 12 ottobre ricorre poi l’anniversario della giornata mondiale. Una specie di giornata mondiale delle giornate mondiali. Fa un po’ ridere. Ma tocca sforzarsi di restare seri: non vorremmo mica dimenticarci della loro esistenza?
E come potremmo? La televisione, la radio, i giornali, i social non perdono occasione per celebrare questa o quella giornata mondiale, internazionale, nazionale e, se fosse possibile, ancora più locale. Potrebbe esserci la giornata rionale di Viale Monza. L’omaggio più bello e gradito per noi residenti, per celebrarla, sarebbe trovare facilmente parcheggio. Forse un giorno ci arriveremo.
Oggi, per esempio, è il world toilet day. La giornata mondiale del gabinetto, per gli amici. Qui i dettagli: https://www.focus.it/scienza/salute/world-toilet-day-giornata-gabinetto Avete letto bene.
Per carità, nessuno nega l’importanza dell’igiene. Né dell’avere accesso a un confortevole, pulito, dignitoso gabinetto, in cui espletare le proprie funzioni fisiologiche e tanto altro. Figuriamoci. Provate a immaginare la vostra routine domestica senza un bagno.
Perché, non so da voi, ma le quattro persone che vivono con me, al bagno ci passano le ore. Le mie figlie a truccarsi, pettinarsi, piastrarsi i capelli. Mio marito, invece, sosta lì a riflettere sui massimi sistemi (per lui, il bagno è la versione contemporanea del pensatoio di Aristofane). C’è gente sceglie il bagno come location preferita per le foto profilo e i selfie. Come dargli torto? E’ un ambiente dalla privacy blindata. Silenzioso e con provvidenziali pareti di colore neutro alle spalle.
Tutto questo per dire che il bagno è una gran bella invenzione. Utile almeno quanto la carta da forno e più versatile del porta-telecomando universale. Lunga vita al gabinetto, siamo tutti d’accordo. Ma questa idea di dedicargli una celebrazione, mi pare eccessivo.
I cattolici celebrano un santo (o dei santi) quotidiani: persone che hanno abbracciato la grazia, stando in comunione con Dio e al servizio dei fratelli. Il giorno della loro morte, che è la nascita al cielo, ne ricordiamo la vita e le opere. Il mondo secolare però nega Dio e butta al mare la grazia.
E ha paura dei santi. Una paura dannata. Perché i santi rappresentano la realizzazione di quella “misura alta” della vita cristiana ordinaria, di cui parlava San Giovanni Paolo II. E sono un esempio molto pericoloso. Come la verità, il bene e il male, la santità è divisiva e politicamente scorretta.
Invece, la giornata mondiale del vattelappesca è un concetto inclusivo. Ognuno può scegliersi la sua – ce n’è per tutti i gusti – e in quella riconoscersi. Volendo, si possono adorare più cause allo stesso tempo. Non esiste nulla di simile a un comandamento che reciti: “io sono la tua giornata mondiale, non ne avrai altra al di fuori di me”.
È una cura palliativa alle sofferenze e alle preoccupazioni degli uomini. Ognuno trova la sua appartenenza. Valgono tutte allo stesso modo. Non c’è nessuna differenza morale nel prendersi a cuore il vento (15 giugno), la tigre (29 luglio), il cane in ufficio (26 giugno). Le giornate mondiali incarnano un perfetto ecumenismo.
Sono tutte una proiezione umana. Incarnano i nostri bisogni e le nostre aspirazioni squisitamente terrene a vivere bene, a essere in salute, a ottenere sempre maggiori diritti. Tutto per qui e ora, che di domani non c’è certezza.
Per questo culto laico delle giornate mondiali, non servono grandi sforzi. Non c’è bisogno di intraprendere il cammino della fede o il perfezionamento spirituale. In fondo, la tua personale giornata del vattelappesca viene una sola volta all’anno.
Ce la puoi fare ad indignarti, appassionarti, combattere, fare qualcosa o astenerti da qualcos’altro. È una instant faith, una fede istantanea. Dura solo un giorno. Poi puoi tornare a essere quello che sei, per altri trecento sessantaquattro giorni (trecento sessantacinque negli anni bisestili).
Il mondo cerca di cancellare Dio, la trascendenza, la Santità e le sostituisce con delle celebrazioni prive di senso. A che servirebbe ricordare, una volta all’anno, il diritto ad un gabinetto pulito per tutti? Se questa è una cosa importante, non dovremmo batterci ogni giorno per assicurarla a chi non lo ha?
Invece festeggiamo la giornata corrispondente e ci sentiamo a posto. Anzi, ci sentiamo buoni. In fondo, abbiamo dato anche noi un contributo! Abbiamo santificato la festa mondiale del vattelappesca.
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