Basta un poco di glitter e le pene vanno giù?

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Basta un poco di glitter perché le nostre pene vadano giù? Penso di sì. Forse però non sono del tutto imparziale. Io amo il glitter.

È una settimana che sono in pena. Mi ci devo riconciliare.

Venerdì ho scoperto una nuova ruga in mezzo alla fronte. Non certo la prima e, immagino, nemmeno l’ultima. Diciamo che non se ne sentiva il bisogno. E se la mia metà più saggia e filosofica di me dice che le rughe fanno parte della dotazione standard di qualunque cinquantenne, quella più vanitosa ed edonista, le assesta subito una poderosa gomitata in piena faccia, per zittirla.

Non sono sicura che “bella dentro” si riferisca a delle arterie senza traccia di ipercolesterolemia o a una pressione sanguigna ancora nella norma. Perché “bella dentro” è il mantra della mia giovinezza. Forse non solo della mia.

Le donne della mia generazione sono cresciute in bilico fra il “conta essere bella dentro” e “l’abito fa il monaco” (e anche l’acconciatura, e il trucco eccetera eccetera).

Essere bella dentro è sicuramente un obiettivo meritorio, ma chi di noi sarebbe contenta di essere una virtuosissima racchia? E dunque tutta la nostra vita è un tentativo di ascesa spirituale e anche una maratona estetica. L’estetica è una attività usurante: è tutto uno spalmare creme che promettono miracoli e grattugiare via cellule morte e far fuori fino all’ultimo peletto superfluo. Senza mai mollare il colpo. Senza potersi permettere distrazioni.

Quanti litri di pregevole primer effetto levigante sono stati sacrificati alla giusta causa di donarci un colorito uniforme?

Dopo gli anta, questa lotta senza quartiere all’inestetismo diventa un quasi un secondo lavoro o forse anche un terzo (dopo la famiglia e l’impegno fuori o dentro casa). Il tempo necessario per rendersi appena appena presentabili, si allunga di giorno in giorno.

Eppure, bisogna farlo. Perché se ti vedi brutta, non riesci ad amarti fino in fondo.

Invece amarti fino in fondo è essenziale. Non puoi amare gli altri con tutte le tue forze, se hai, in fondo alla gola, il nodo dolente di non volerti bene, di farti pena, forse, addirittura di disprezzarti. Come fai a coltivare la tua bellezza interiore, se sei piena di amarezza e di senso di inadeguatezza?

L’infelicità inaridisce. È difficile aprire agli altri un cuore che sanguina. Per questo la cura della bellezza femminile non è solo seduzione. Non è quella la priorità. Prima ancora di fare spazio ad un altro, di sperare di attrarlo, di amarlo ed essere amata, abbiamo bisogno di avere una relazione positiva con noi stesse.

Non vuol dire per forza puntare a vincere il titolo di miss universo, l’anno che viene (ma nel caso volessimo provare, dov’è che si presenta la domanda?). Vuol dire però nutrire un po’ di sana autostima. Sentirsi in ordine, se non al meglio sempre (sarebbe una faticaccia), almeno a posto.

Per questo bisogno di amarmi o per lo meno di trovarmi sopportabile, affronto senza paura le beauty routine più estreme e dispendiose. E spero di convincerti che, anche se bella dentro lo sei di sicuro, essere almeno carina anche fuori, non può farti che bene.

Negli anni ho imparato alcune regole ferree della bellezza femminile.

Numero uno: i cosmetici di buona qualità costano tanto. È vero, sembra incredibile. Un vasettino che conterrà sì e no un cucchiaio di crema. Manco il caviale è così caro. Eppure, quando te la massaggi sulla faccia (in punta di polpastrelli, perché ti duri almeno tre settimane!)  ti sembra davvero di avere una pelle di seta. (D’accordo, solo per qualche ora, ma lo cantavano anche gli Afterhours, non c’è niente che sia per sempre. Per lo meno, non c’è niente di umano!). Provare per credere… (https://amzn.to/3ExudB2). Questo è un concetto universale, ciò che è bello è anche buono e di valore.

Seconda regola: più il cosmetico è efficace, più ha un nome complicato. È una specie di sovrapprezzo da pagare. Per quello, quando vado in profumeria, spesso mi porto le confezioni, come certi anziani fanno con le medicine in farmacia. Non vorrei mai correre il rischio di non ricordare come si chiama quel detergente con un profumo così buono, che toglie fino all’ultima traccia di trucco, senza strofinare. Il detergente in questione si chiama Galateis Douceur (https://amzn.to/3hKEP6R) e varrebbe lo sforzo mnemonico (ma, per andare sul sicuro, ho una istantanea del tubetto fra le foto preferite del telefono). Ciò che è bello, merita di essere ricordato.

Terza regola: se ti trovi bene con un cosmetico, non cambiarlo. Mai. Neanche se la commessa cerca di attrarti con l’ultima fantastica novità che fa miracoli. Nemmeno se il prodotto sconosciuto è in super saldo. Specie se si tratta di make up. Ricordo ancora un fondotinta con cui tradii il mio imbattibile Tinte idole ultra wear di Lancome (https://amzn.to/3GcTsda ) L’impostore mi causò profonda contrizione e un colorito giallo gruviera, che mio marito ancora ricorda. Altra lezione di vita: l’amore pretende fedeltà!

Quarta regola: se un cosmetico ha anche una punta di glitter vale doppio. Per questo sono un’affezionata utilizzatrice dell’olio Nuxe Prodigeuse con il glitter (https://amzn.to/3UDKKsS). Non c’è sensazione più esaltante che vedere qualcosa che ti brilla sulla pelle. Con un poco di luccichii tutto è più bello. Basta un poco di glitter e le pene vanno giù. Bisognerebbe farlo cantare a Mary Poppins, invece dalla filastrocca ingannevole dello zucchero. Il glitter è zero carb e sugar free. E contro le pene il glitter funziona davvero. parola di scout.

Quinta regola: se sei triste, ti senti persa, hai troppi pensieri, truccati bene e vai a Messa. Ti sentirai più felice, serena e bellissima, sotto l’effetto dello sguardo amorevole del Padre e di un maquillage da manuale. Una combo perfetta per ogni occasione.

Volersi bene è un must. Se sei bella fuori, anche essere bella dentro ti verrà più facile.

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