Il matrimonio è uno sport agonistico e a tratti estremo. Credetemi.
Ha poco a che fare con gli spot patinati delle merendine, con la famiglia felice, il mulino bianco, la casa sempiternamente ordinatissima e scintillante.
Anni fa, partecipai per lavoro (come cliente pagante e quindi spettatrice privilegiata) alla registrazione di diversi spot televisivi. E’ una esperienza utilissima e la consiglierei a tutti.
Uno spot televisivo dura trenta secondi, venti nella versione short. Racconta una breve storia per girare la quale, ci vogliono ben più dei secondi della sua durata finale.
Occorrono invece settimane di lavoro di tante persone: non solo gli attori dello spot, ma una intera squadra. Cameramen, tecnici delle luci, scenografi, truccatori, parrucchieri, sarti, montatori, produttori, tecnici del suono eccetera eccetera.
Le truccatrici e le parrucchiere e le sarte si danno da fare per rendere gli attori al meglio del loro potenziale estetico. Con esiti spesso sorprendenti: non dimenticherò mai la ragazzotta goffa che arrivò sul set in tuta da ginnastica e coda di cavallo e, nel giro di due ore, diventò una sventola da paura.
Per inciso: ci tengo che si sappia che anche io tento di fare lo stesso, però con risultati molto più modesti. Che volete farci? Cosa ci si può aspettare da una che si mette il fondotinta sui polpastrelli e con quelli si impiastriccia il viso?
Anche le luci sul set fanno miracoli. Che dire poi degli scenografi? Grandi professionisti, che trasformano uno spazio vuoto in una casa perfetta, da fare invidia alle riviste di arredamento.
E anche se la scena è una brevissima sequenza di gesti apparentemente spontanei, per costruire quella naturalezza e quella fluidità, occorrono decine di prove.
Se avevate coltivato l’illusione che girare spot fosse qualcosa di facile e divertente, vi assicuro per esperienza che non è così. Gli spot sugli schermi delle nostre TV hanno richiesto un volume inimmaginabile di lavoro, che nessuno dall’esterno può vedere.
Nelle relazioni accade qualcosa di simile. Dietro a un matrimonio che sembra ben rodato e fluido, c’è una quantità immensa di impegno. Impegno che chi guarda la coppia non immagina. Invece, magari pensa: guarda qua che fortunati, sono fatti l’uno per l’altra! Vanno d’amore e d’accordo, si rispettano, si trattano con affetto. Magari incontrassi anche io la persona perfetta per me!
Gli sposi felici hanno qualcosa in comune. Cercano di rendere i rapporti con l’altro (o con l’altra) cordiali, solleciti e leali. Spesso nascondono le battaglie che hanno dentro. Invece si concentrano su quello che serve fare per l’altro, per la relazione, per la vita.
Così come uno spot si prova e si riprova, senza stancarsi, annoiarsi, protestare, allo stesso modo nella vita di coppia serve la tenacia e la costanza di tentare e ritentare di bussare al cuore dell’altro. Bisogna essere pronti a cambiare modo, se quello adottato non avvicina a chi amiamo.
Oggi tanti problemi di coppia derivano proprio da questo: molti non sono preparati ad affrontare il backstage -il dietro le quinte- di un matrimonio. Non sanno che le brutture, le imperfezioni, gli inestetismi del loro cuore dovranno essere rimediati, prima di mettersi in rapporto con gli altri. Ma anche durante.
Quaranta e passa anni di spot televisivi magistralmente girati, di pellicole hollywoodiane patinate, di serie e film in cui l’amore sembra sempre così: facile, perfetto, senza asperità, ci hanno portati a pensare che il matrimonio non richieda alcuno sforzo, che basti essere innamorati.
C’è l’idea assurda che andiamo già bene così, senza aggiustamenti. In fondo è sufficiente essere noi stessi, fare quello che ci suggerisce l’istinto, comportarci senza filtri. Lo sposo (o la sposa) ci capirà al volo, altrimenti non ci ama.
E, se non il consorte non ci capisce, se qualcosa va storto, se invece che fluide e gioiose come vorremmo, le nostre giornate sembrano un incontro di wrestling, allora è colpa del marito (o della moglie), della suocera, della sfortuna, di tutto e tutti meno che di noi stessi e di come ci comportiamo.
Questa mentalità fa danni enormi.
La spontaneità, la naturalezza, la testessitudine senza compromessi, non sono sempre il meglio che abbiamo da offrire. E se invece fossimo spontaneamente egoisti, naturalmente scortesi? E se avessimo un carattere pieno di spigoli, che non è giusto né necessario infliggere all’altro?
L’altro non è tenuto a capire e accettare tutto, a motivo dell’amore.
Il matrimonio non è un compito facile. Bisogna spiegare che invece si tratta di un lavoro a tempo pieno. il matrimonio è uno sport agonistico e a tratti estremo. Se pensavate di dare già il massimo per il torneo di calcetto, la classe di Pilates, il corso di Yoga vi sbagliavate di grosso. È il matrimonio il vero sport agonistico.
Bisogna allenarsi quotidianamente alla gentilezza, al rispetto, alla bellezza dentro e fuori. Perché un matrimonio felice, sereno, affettuoso non è mai un caso. È invece la precisa conseguenza del modo in cui viviamo il rapporto con noi stessi e con gli altri.
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