Leggi che ti passa!

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I miei articoli:

Leggi che ti passa! Perché una buona lettura può renderti felice, quasi come una tavoletta di cioccolato fondente, ma con meno calorie. Molte meno calorie.

Io adoro il fine settimana. In particolare, adoro il venerdì. Perché già dalla mattina comincio a pregustare quella magnifica successione di quarantotto -dico quarantotto- ore senza impegni di lavoro, riunioni, levatacce all’alba per prendere un aereo, multipli della mezz’ora in macchina, incastrata fra un semaforo e l’altro. A volte le aspettative gioiose del fine settimana, sono esse stesse la gioia del fine settimana, che invece delude.

Perché tu lo aspetti tutta la settimana, il fine settimana. Invece, poi piove. Bisogna andare all’Ikea. Tua figlia è finalmente convocata, dopo due mesi di panchina, proprio la domenica in cui la squadra gioca in trasferta, in quel paesino sperduto, a cinquanta chilometri da casa. Oppure, bisogna fare la fila in posta.

Tutto questo, tu il venerdì ancora non lo sai. “Questo di sette è il più gradito giorno, pieno di speme di gioia. Diman tristezza e noia, recheran l’ore“, mi pare lo abbia già detto qualcuno, che mi ha preceduto di un soffio. Ma magari mi sbaglio.

La prima cosa che faccio ogni venerdì pomeriggio, da anni, quando torno a casa, è scegliermi la lettura per il fine settimana. E’ per questo che continuo a comprare libri: vuoi mai che mi trovi un giorno ad avere tutto un fine settimana davanti e niente da leggere? Ditelo anche voi a mio marito: non sono un’acquirente compulsiva, questi libri mi servono proprio.

Non è detto che il libro selezionato il venerdì venga letto nel fine settimana. Eh, magari. Talvolta non viene neanche aperto, ma non importa: io sono campionessa mondiale di buoni propositi disattesi. Cintura nera, quinto dan.

Per questo, ho deciso che ogni venerdì segnalerò un libro. Con la speranza che, al netto dei compiti, delle superfici piane da pulire, del cambio lenzuola e salviette da bagno, delle lavatrici, asciugatrici e lavastoviglie, ci rimangano quegli undici minuti, undici minuti e mezzo da dedicare alla lettura.

E, per fare subito buona impressione, calo l’asso e consiglio questo splendido piccolo libro: “Metti un geranio sul cappello e sii felice“, sottotitolo: Soffrire è inevitabile, disperarsi è un optional” di Barbara Johnson. Si possono perdere due figli poco più che adolescenti, sopportare un grave incidente, che rende il proprio marito permanentemente invalido, scoprire l’omosessualità di un altro figlio e mantenere la gioia, la fede in Dio, la speranza?

Sembrerebbe una mission impossible e invece no, Barbara ci riesce. Fa molto di più. Fonda un’associazione, Spatola, per “grattare via il dolore” e sostenere altri genitori in difficoltà psicologica. Riemerge dal dolore e dalla depressione e ritrova la serenità, impara a trovare le piccole scintille di felicità, anche nel buio dei momenti difficili.

Barbara parla dei suoi sentimenti, del modo diverso in cui lei e suo marito vivono le difficoltà. Racconta i gesti altrui che le sono stati d’aiuto e quello che ha fatto per alleviare le sofferenze degli altri genitori, che si sono rivolti alla sua associazione. Il messaggio più forte è quello di fare del proprio meglio e affidarsi a Dio, consapevoli che il risultato finale dipende da Lui.

Ecco alcune delle mie frasi preferite:

Impari a consegnare totalmente al Signore, dicendo: “Qualsiasi cosa, Signore! Qualsiasi cosa farai entrare nella mia vita, sei potente abbastanza da farmela superare”

Cerca la luce di Dio che ti illumina la vita e troverai le scintille dove pensavi non ci fossero

e, the winner is:

“noi [cristiani] abbiamo una speranza senza fine, non una fine senza speranza”

E quindi, leggi che (la tristezza, la disperazione, lo scoraggiamento, la paura) ti passa.

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Il libro di Barbara Johnson sulla felicità

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