La ricetta per la felicità? Amatevi finché morte non vi separi!

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Qual è la ricetta per la felicità? Amatevi finché morte non vi separi. Per questo ho scritto un libro, dedicato al matrimonio. Siete curiosi di sapere com’è nato?

Nel 2020, in piena pandemia, ho scritto un libro. E dire che non lo sapevo neanche. Scrivevo per noia. La mia vita di prima, piena di viaggi di lavoro, di riunioni a scuola delle mie figlie, di cene con le amiche, di sport all’aria aperta, si era improvvisamente fermata. Non potevo uscire di casa, né fare nessuna delle cose che facevo prima e che amavo. Nemmeno andare in chiesa.

L’unica attività praticabile senza risparmio, a cui si sono dedicati in molti, era la panificazione. Io però, il lievito non riuscivo proprio a trovarlo. Le amiche ben informate, mi hanno spiegato che avrei potuto farlo da me, il lievito madre, con una ricetta nemmeno troppo complicata, almeno per loro. Bastava un po’ di farina, dello zucchero o del miele. Il problema è che, per molto tempo, non trovavo nemmeno la farina, che mancava regolarmente nei supermercati della zona (assieme alla carta igienica, sulle conseguenze della cui assenza, preferirei non dilungami).

In definitiva è andata così: mi sono messa a scrivere perché non avevo niente di più utile da fare. Se avessi trovato la farina, il libro non sarebbe mai nato, certo non una tragedia per le sorti dell’umanità. In compenso, a furia di panificare, avrei avuto qualche rotolo in più attorno ai fianchi e questa sì che sarebbe stata una tragedia, almeno per me. Io non credevo di riuscire ad arrivare fino in fondo, benché qualcosa da dire l’avessi. Il fatto è che, da sempre, mi manca l’autodisciplina e in quei mesi ho imparato quanto fosse indispensabile per scrivere un libro (quanto fosse indispensabile per combattere la cellulite, invece, mi era assolutamente chiaro già da allora).

Quindi cercavo una ricetta per fare il pane in casa, invece, ho scoperto la ricetta per la felicità. Ma andiamo con ordine.

Le coppie che avevamo intorno stavano scoppiando. Alcune erano già lì, sull’orlo del baratro, magari da mesi o anni e la pandemia, con il suo fardello di coabitazione forzata in spazi non sempre ampi (non tutti hanno un loft arioso e spaziosissimo, come nelle riviste di arredamento), di nervosismo e incertezza del futuro, di mancanza del conforto della religione e di un minimo di svago, sono esplose. Ma anche tante altre, coppie che sembravano solide, almeno a guardarle da fuori, sono letteralmente andate in pezzi. Anche a noi, qualcuno aveva predetto: “eh, adesso che vi ritrovate gomito a gomito, vedrete quante asperità di carattere verranno fuori!”. E invece.

Invece – non abbiatevene a male, massimo rispetto per chi ha sofferto per via della pandemia tanti dolori fisici e psicologici – ma a noi, la coabitazione senza soluzione di continuità, ha persino fatto bene. Abbiamo capito quanto fossimo importanti l’uno per l’altra. Abbiamo tentato di sostenerci l’un l’altro.

Mio marito ha mangiato tutto quello che cucinavo, senza protestare. Ha tollerato il mio lato diversamente ordinato, lui che è un metodico come pochi. Io ho sopportato eroicamente tutte le serie di criminalità: da Gomorra ai Picky blinders. Ripetutamente, vuoi mai che ci sfuggisse la visione anche solo di un morto ammazzato.

Allora ho cominciato a chiedermi cosa facesse la differenza. Quale fosse la ricetta della felicità, per lo meno della felicità matrimoniale. Cosa avrebbe potuto aiutare le amiche (e le conoscenti, le sconosciute, insomma, tutte le donne in difficoltà sentimentali) a tenere insieme i loro matrimoni. Ho capito che è merito nostro, di noi sposi, ma fino a un certo punto. Non che voglia fare la modesta. Assolutamente no, figurarsi se rinuncio a una gratificazione, anche piccola in questo periodo di magra.

Però, anche se ci ho messo del mio (e mio marito almeno altrettanto), tutto questo non sarebbe stato possibile, se fosse dipeso solo da noi. Il segreto è tutto qui: scegliere l’uomo (o la donna) non solo che ti fa battere il cuore, ma che riflette i tuoi valori. Questo perché l’amore non va confuso con l’aritmia.

E, una volta fatta questa fondamentale scelta, mantenerti salda, affidando questo amore e questa unione nelle mani di Colui che unisce, ciò che nessun altro può sciogliere. Sì, sto parlando di Dio, argomento non particolarmente popolare, mi rendo conto. Visto che il post è quasi al termine, non vorrete mica perdervi come va a finire?

Sì, Dio esiste, ne ho avuto tantissime prove e la più solida, tenace, tangibile, è questo matrimonio, questa unione pervasa di grazia che, proprio perché è sacramento, sfida coraggiosamente il tempo e altri disastri e si radica in noi, malgrado noi stessi. Io penso che nessuno riesca realmente a fare a meno di Dio, anche se in tanti probabilmente credono di sì.

Si tratta solo di aprire il proprio cuore a Lui, farlo entrare e poi mettere da parte le preoccupazioni, almeno quelle più gravi. Lasciare che la grazia, che fa nuove tutte le cose, rinnovi un po’ anche noi, ci tolga le ragnatele dall’anima, la disillusione, l’egoismo, la stanchezza e ci aiuti ad andare verso l’altro. In particolar modo quell’altro, fatto a forma di marito, con cui percorrere un cammino che può addirittura santificare (e non mi pare poco).

E così ho scritto un libro, su un tema molto serio: il matrimonio cattolico. Se non che, come avrete già capito, io non sono una persona così seria, solenne, eterea, da poterne fare una grande opera di spiritualità contemporanea. Quindi parlo sì di matrimonio, ma come so fare io, fra incidenti domestici ed episodi che sono buffi principalmente per chi li legge (per me che li vivo un po’ meno). Inquadro l’amore nella mia fortunosa gestione familiare che spesso arranca, in una vita tutt’altro che perfetta o esemplare, ma, per effetto dell’amore, profondamente felice.

Questo è quello che racconto nel mio libro. Quindi, seguitemi per la ricetta della felicità in amore a anche per altre piccole chicche, come l’impagabile trucco per arrangiare una cena nutriente per cinque persone in circa dieci minuti, che, credetemi, da sola vale il libro.

Libro: Amatevi finché morte non vi separi

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