Mi faccio un blog? Sì, ma vista mare!

Vai al blog

I miei articoli:

Mi faccio un blog? Perché no?

E così, dopo il libro: “Amatevi finché morte non vi separi” ho anche aperto un blog: www.AnnaPorchetti.it. Forse voi ignoravate che avessi scritto un libro (il libro si trova qui: https://amzn.to/3VqM5nu) e continuereste a vivere benissimo anche ignorando che ho aperto un blog. Però ci tenevo a dirvelo.

ll blog, che a oggi contiene solo questo scarno articolo, è un’opera che mi riempie di un orgoglio profondo e ingiustificato. Da due giorni vado dicendo a destra e a manca che mi sono fatta il blog, con l’entusiasmo che meriterebbe l’acquisto di un tre locali in riviera, con terrazza vista mare e magari buganvillea e magnolia. Cito la buganvillea e la magnolia perché sono, per me, i due status symbol botanici assoluti. Se un giorno mai arriverò a possederle, allora sì che mi sentirò una donna arrivata.

Non tutti erano entusiasti del blog. Il mio neurone in basso a sinistra, ha detto al neurone il alto a destra:

“Hai sentito? Vuole farsi un blog!”

“Un blog? Ma perché invece non si trova un hobby? fare la calza, pettinare le bambole, passare l’aspirapolvere? no, il blog!”

“Sta matta!”

“Che poi, sai come va a finire?”

“Che tocca a noi spremerci, perché vorrà delle idee”

“E certo. Perché adesso si sente investita della responsabilità di lanciare messaggi alla nazione!”

“Tutto il lavoro sporco tocca a noi, come sempre”

“Dice che il blog è come se fosse la sua casa al mare”

“Non sta bene. l’ho sempre detto io o no?”

“La casa al mare! Siccome le serviva un altro spazio da riordinare”

“Non le bastava casa!”

La mia cara vecchia coppia di neuroni stagionati non l’ha presa bene, ma Amen. Sono o non sono il capo qui dentro? Intendo dentro la testa. (No, non lo sono, ma avevo voglia di dirlo).

Però il paragone fra blog e casa al mare non è assurdo come sembrerebbe. Il mio blog – ammesso che riesca ad aggiornarlo più spesso di una volta ogni tre mesi – potrebbe essere davvero l’equivalente di una seconda casa. Rigorosamente al mare, ché se devo immaginarmi uno spazio a piacere, almeno che sia al mare!). Uno spazio tutto mio in cui rifugiarmi, alla fine di giornate troppo lunghe, troppo piene, troppo stressanti (insomma, la quasi normalità), per riflettere, per esprimere i mie sentimenti, anche solo per lamentarmi, risparmiando per un po’ le orecchie di marito e amiche.

Se Virginia Woolf (quella di Orlando) rivendicava “una stanza tutta per sé”, una grafomane come me non può rinunciare almeno a uno sgabuzzino virtuale, ovvero un blog che, oltre a servire ottimamente allo scopo, non è neanche soggetto a IMU né a imposta sui rifiuti.

Io sono una mono moglie e pluri mamma, una specie in via di estinzione, che però non gode di alcuna tutela da parte non dico del WWF, ma neanche del dicastero delle pari opportunità (che sarebbe lì apposta). Ho un sacco di impegni che scandiscono la giornata: fare la spesa, andare a lavorare, occuparmi delle mie figlie che, anche se cresciute, non hanno meno bisogno di aiuto (ne hanno solo bisogno in modo diverso: a due anni per il cambio dei pannolini, a quindici per il ripasso della perifrastica passiva a diciassette per essere accompagnate da casa di un’amica, all’altro capo della città).

La mia vita è una concatenazione di “intanto che”, come mi fa notare mio marito: intanto che vado a prendere una figlia da pallacanestro, detto il report della riunione di ieri (benedette le app che trascrivono sotto dettatura). Oppure: intanto che pelo le patate ascolto le guerre puniche da un’altra figlia. E infine: intanto che stendo il bucato consolo l’amica del cuore che non riesce a trovare lavoro. Perché è fare una cosa alla volta il vero bene di lusso, mica la Birkin bag.

Intanto che faccio e disfo, cerco di incastrare anche i miei -indispensabili- momenti di vita interiore. Non solo i pensieri, ma anche (soprattutto!) la mia dimensione spirituale, ché l’uomo non può passare il tempo a rimirarsi l’ombelico (e nemmeno la donna!). Invece abbiamo bisogno di tendere un po’ più in alto!

La dimensione spirituale di noi credenti è fatta di preghiera, lettura della parola (almeno qualche riga), messa feriale, se si è particolarmente bene organizzati. Nei giorni meno fulgidi, ci si fa bastare anche solo una catechesi in streaming, al semaforo o durante una riunione di condominio, tanto mi mettono sempre in minoranza, io non lo volevo per niente, quell’orrendo corrimano in ottone!

In tutto questo, mi piacerebbe dialogare con altre donne, come me affamate di trascendenza e di amore divino, oltre che assonnate per insufficienza cronica di ore di sonno.

Con questo blog vorrei parlare di questo e trovare compagne di viaggio, con cui condividere percorsi di vita e di fede, creare una rete di relazioni fra simili (quante altre donne-mogli-madri-intanto-che ci saranno al mondo? Battete un colpo!)

E dunque mi sono aperta un blog, è rigorosamente vista mare ed esentasse, venitemi a trovare quando volete.

mi sono fatta un blog
il Blog di Anna Porchetti, rigorosamente vista mare!